Società Medica Italiana di Psicoterapia e Ipnosi

La S.M.I.P.I. è un'associazione medico-scientifica che ha lo scopo di promuovere la ricerca, lo studio e la pratica della psicoterapia.

Da anni ci occupiamo dell'insegnamento e dell'applicazione di strategie di intervento su aspetti comportamentali, affettivi, relazionali e motivazionali.

Organo della Socità e' la RIVISTA MEDICA ITALIANA DI PSICOTERAPIA ED IPNOSI.

 

Attivita' scientifico-culturale

Scuola di formazione in psicoterapia ed ipnosi medica Scuola di formazione in tecniche della comunicazione Promozione di ricerche e sperimentazioni Partecipazione attive a Congressi Medici e Psicologici Promozione ed organizzazione di Congressi e Convegni Attivita' editoriale: pubblica dal 1989 la Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi, semestrale.

La SMIPI, costituita a Bologna con atto pubblico il 21 settembre 1985, e' un'associazione medico scientifica che ha lo scopo di promuovere la ricerca, lo studio e la pratica della psicoterapia e dell'ipnosi medica.

Pur formando anche psicologi ed accettando apporti da altre discipline, contributi spesso essenziali ed innovativi per la psicologia moderna, iscrive come propri Soci Terapeuti (Soci Ordinari con diritto di voto) solo i laureati in medicina e chirurgia che abbiano la necessaria formazione e competenza.

 

La Psicoterapia

La Psicoterapia è un intervento condotto con mezzi verbali e relazionali, finalizzato a ottenere modificazioni positive e stabili nella salute, nella personalità e nella vita di relazione di persone sofferenti per alterazioni, problemi e disturbi psichici, psicosomatici, somatopsichici, somatici e comportamentali.

Non esiste una psicoterapia, ma la Psicoterapia. Alla perenne ricerca, come qualsiasi altra scienza, umanistica o tecnica, di estendere le proprie frontiere e di migliorare le proprie possibilità. La complessità dell’essere umano e l’unicità assoluta di ogni individuo rendono impossibile elaborare teorie e codificare metodiche di intervento sempre ed universalmente valide.

Poiché si tratta di terapia ogni metodologia deve essere valutata non per i suoi contenuti filosofici né per il suo corpus teorico, più o meno colti ed affascinanti, ma per i concreti risultati clinici che è in grado di ottenere, allo stesso modo con cui si valuta l’efficacia e la pericolosità di un farmaco.

Sono state contate più di trecento metodiche psicoterapeutiche. Ma poiché molte risultano simili per teorie e prassi, si può valutare vi siano, ridotti all’essenziale, più di venti modi diversi, a volte totalmente antitetici, di considerare e trattare la mente e la sua patologia. In quasi tutte le metodiche esistenti vi sono elementi positivi, se usati bene, nei casi e nei contesti giusti, che possono però divenire dannosi se applicati fuori luogo. Non esiste, né potrà mai esistere, una definita, rigida, immutabile e indiscutibile metodologia di intervento. Vi sono innumerevoli tecniche e possibilità di operare che, caso per caso, situazione per situazione, hanno diverse potenzialità operative.

Ogni essere umano è un unicum nell’universo e nell’eternità e come tale va accettato, capito e trattato quando in lui si sia sviluppata una disarmonia con se stesso e con la realtà con cui interagisce, cioè una sofferenza, una patologia.

Non può essere valutato con formulette diagnostiche emesse secondo schemi preconcetti.

Né può essere “curato”, naturalmente per ottenerne il benessere, cioè la guarigione o il miglioramento possibile, con ideologie preconcette, che si spacciano per “scientifiche” più filosofiche che di validità  pratica, che dovrebbero essere valutate solo da un punto di vista storico (come in medicina l’uso settecentesco delle sanguisughe), né con “tecniche” di intervento prefabbricate e ripetute a pappagallo, che quasi sempre lasciano il tempo e la situazione che trovano, o addirittura la peggiorano. Non esiste la malattia ma il malato.

In medicina e in chirurgia vi è una continua evoluzione, situazioni irrisolvibili pochi anni fa, sono diventate prassi comuni, sempre più efficaci. La vera scienza si confronta con la realtà e i risultati, altrimenti saremo rimasti alla radio e galena di Gugliemo Marconi. La psicoterapia dovrebbe essere valutata come una qualsiasi terapia: solo per i risultati clinici che è in grado di ottenere, persona per persona.

L’Ipnosi

L’applicazione terapeutica corretta di uno stato mentale naturale eteroindotto, cioè lo stato di ipnosi, si è sempre rivelata clinicamente utile in medicina, in chirurgia e in psicologia, per le variazioni intrapsichiche, fisiologiche e biologiche che si instaurano nei rapporti fra mente e corpo, parte conscia e parti inconsce, livello mentale razionale e livello emotivo. Variazioni di rapporti e di capacità di elaborazione che il terapeuta può usare e modellare per necessità operative e terapeutiche, nell’ambito della disponibilità, dei desideri e dei bisogni del paziente.

È fondamentalmente un atto medico, integra la psicoterapia, ma la trascende: è metodica efficace nella terapia del dolore, nel parto, in anestesiologia, in oncologia, in ortopedia, in odontoiatria e in molte altre applicazioni cliniche, perché la vastità delle applicazioni dell’ipnosi è data dalla vastità delle potenziali interazioni intrapsichiche e psicofisiche, la maggior parte delle quali è ancora sconosciuta. 

L’ipnologia non è un rigido e determinato corpus teorico: nello stato di ipnosi possono essere applicate tutte le tecniche psicoterapeutiche. L’eventuale insuccesso clinico delle prassi usate non è dovuto ai limiti dell’ipnosi, ma quasi sempre all’uso di teorie e di metodologie inadeguate o errate, sia generalmente che per lo specifico caso in trattamento.

L’ipnologia contemporanea più avanzata non è quindi una determinata tecnica o un insieme di metodiche, ma una formazione ed un allenamento personale dello psicoterapeuta perché possa intervenire, a livello conscio, inconscio ed emotivo, efficacemente nell’ambito relazionale ed intrapsichico del paziente.

L’induzione di ipnosi è definibile precipuamente come un processo di apprendimento a manifestare, ampliare e usare finalisticamente potenzialità psichiche, psicosomatiche e biologiche inespresse.

L’Ipnositerapia può essere considerata essenzialmente comunicazione, rivolta al paziente, di stimoli, idee e concezioni, in modo tale che egli possa essere sì ricettivo, ma liberamente critico e non passivo, alle idee presentate e quindi motivato ad esplorare e mettere in atto tutte le potenzialità di controllo delle risposte e del comportamento psicologico e fisico del proprio corpo.

Lo psicoterapeuta

Lo psicoterapeuta è un operatore sanitario in grado, nello studio del caso, di formulare una diagnosi somatica e psichica operativamente esatta, una prognosi realistica sui risultati richiesti e ottenibili ed una prognosi (necessariamente ipotetica ma potenzialmente realizzabile) sulla durata del trattamento.

Nell’ambito della cura deve essere in grado di instaurare un rapporto terapeutico positivo, di interagire consciamente, inconsciamente ed emotivamente con il paziente, in modo efficace e finalizzato agli scopi proposti, per stimolare le risorse psichiche e fisiche al fine di elaborare e risolvere le problematiche e ottenere, quando possibile, la guarigione od un significativo miglioramento della qualità della vita.

È indispensabile per lo psicoterapeuta una preparazione ipnologica completa, strumento essenziale non solo per curare ma anche per identificare ed elaborare le variazioni spontanee dello stato mentale del paziente in terapia.

Come un medico ha possibilità di scelta fra un numero enorme di farmaci e di modalità di intervento, uno psicoterapeuta, pur rimanendo nell’ambito della propria personalità e delle proprie caratteristiche interattive, deve avere non solo una altrettanto grande possibilità di scelta fra tecniche e metodologie, ma deve sviluppare anche la creatività e l’intuizione necessarie per elaborare, quando è il caso, modalità di intervento originali.

La Scuola

È pragmatica e operativa: in essa si insegna, si usa ed elabora solo quanto, ad un riscontro clinico, è stato dimostrato valido per ottenere i risultati richiesti. 

Uno dei concetti innovativi di fondo è che operativamente non è necessario soffermarsi tanto sull’analisi storica delle problematiche, quanto invece nella pratica è utile elaborare e modificare le strutture presenti della patologia e della psicopatologia, operando anche sullo stimolo e la mobilitazione delle risorse psicofisiche consce, inconsce ed emotive, per ottenere una stabile soluzione delle problematiche disturbanti e la guarigione della patologia psichica, comportamentale, psicosomatica e somatopsichica, nel modo ottimale e nel tempo più breve possibile.

Questi concetti si riflettono anche nelle metodiche di insegnamento e di formazione, che viene raggiunta in tempi significativamente brevi.

I contenuti scientifici, operativi e culturali della Scuola sono un’evoluzione dell’opera di M.H.Erickson e di Franco Granone: si riallacciano quindi alle più avanzate correnti della psicologia e della psicoterapia moderna, quali, fra le altre, quelle del Mental Research Institute di Palo Alto, alcune dinamiche, clinicamente comprovate, della Programmazione Neurolinguistica, la psicoterapia paradossale, la terapia sistemica e familiare, la psicoterapia cognitivo-comportamentale ed altro.

La formazione di uno psicoterapeuta

A scuola abbiamo imparato tante cose. Ma le lezioni erano soprattutto informative. La formazione (di cui oggi parlano tutti, molto spesso senza sapere cos’è veramente) era un effetto secondario ottenuto in tempi lunghissimo nell’interazione umana con i modelli (i maestri e i professori). All’università questa formazione è molto meno pregnante per il minor tempo del contatto e la minima interazione fra docenti ed allievi (in corsi super affollati). Tanto che le lezioni risultano soprattutto informative (quasi come leggere da soli un testo).

La formazione è una esperienza vissuta a vari livelli intrapsichici (consci, inconsci ed emotivi) e relazionali che mette in grado di interagire con la realtà con cui siamo in rapporto per raggiungere uno scopo (nel nostro lavoro quando possibile il benessere dei pazienti.

La formazione di uno psicoterapeuta deve essere una vera “formazione”: anche se vi sono diverse lezioni “culturali-informative” indispensabili sull’odierno stato dell’arte, molte giornate di lezione sono profondamente formative ed ottengono negli allievi una crescita personale, attraverso la comprensione della proprie capacità e la rielaborazione e la soluzione delle proprie problematiche.

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